Il giorno 4 marzo 2015, nei locali dell’Associazione “Club Amici del Cuore” si è tenuta la prima conferenza relativa alla prevenzione cardiologica, tenuta dal Dr. Carlo Cernetti primario del reparto di Cardiologia di Castelfranco Veneto. Di fronte ad una platea numerosissima, il Dr. Cernetti ha trattato il tema in modo chiaro e completo coinvolgendo il pubblico che ha seguito attentamente le varie fasi della conferenza stessa. Qui di seguito un piccolo riassunto di quanto è emerso dall’intervento del Dr. Cernetti.
PREVENZIONE CARDIOLOGICA Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei Paesi occidentali. In Italia 240 mila persone (di cui 110 mila circa sono uomini e 130 mila donne) muoiono ogni anno per malattie dell’apparato cardiocircolatorio. In particolare, l’infarto miocardico presenta una prevalenza maggiore nel sesso maschile, mentre le malattie cerebrovascolari colpiscono con maggiore frequenza le donne.
Le malattie cardiovascolari sono principalmente conseguenza dell’aterosclerosi, che è una malattia che colpisce la parete delle arterie, causandone un restringimento (stenosi), sino, nei casi più gravi, alla loro occlusione. Le stenosi possono ostacolare il flusso di sangue (e quindi di ossigeno e sostanze nutritizie) agli organi, soprattutto in condizioni in cui è richiesto un aumento del flusso (come, ad esempio, al cuore in caso di sforzo fisico). Esse, inoltre, possono complicarsi improvvisamente, e spesso imprevedibilmente, con la formazione di trombi, che occludono rapidamente il vaso, determinando l’interruzione completa del flusso di sangue, che, se prolungata, causa l’infarto, cioè la morte delle cellule. I meccanismi responsabili dell’aterosclerosi e delle sue complicanze sono molteplici. Più che delle cause specifiche, tuttavia, possiamo considerare che esistono una serie di fattori, detti fattori di rischio cardiovascolare, che ne favoriscono lo sviluppo e le complicanze, aumentando, quindi, il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. I fattori di rischio cardiovascolare possono essere suddivisi in modificabili e non modificabili. I fattori di rischio non modificabili (su cui, cioè, non possiamo intervenire) comprendono l’età, il sesso maschile e la familiarità per malattie cardiovascolari. I classici fattori di rischio modificabili (su cui si può intervenire) comprendono l’aumento dei livelli di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia), l’aumento della pressione arteriosa (ipertensione), il diabete, il fumo di sigaretta, l’inattività fisica, l’aumento dei livelli ematici di trigliceridi, l’obesità. L’eliminazione, o almeno una drastica riduzione, di questi fattori di rischio, da cercare di perseguire già dall’età pediatrica, rappresenta uno dei mezzi più efficaci per ridurre il rischio di sviluppare un infarto o un ictus cerebrale e costituisce l’obiettivo principale della prevenzione delle malattie cardiovascolari. E’ pertanto fondamentale uno stile di vita adeguato, con un’attenta alimentazione, che prediliga frutta, verdura e pesce, l’abolizione completa del fumo (due sigarette al giorno raddoppiano il rischio di infarto), una regolare moderata attività fisica (almeno 30 minuti 5 volte a settimana), ed il mantenimento del peso entro limiti ottimali (indice di massa corporea [cioè rapporto tra peso in Kg e quadrato dell’altezza in m2 inferiore a 25).
STENT CORONARICO L’impianto di stent viene utilizzato per il trattamento delle coronaropatie da oltre dieci anni; l’inserimento di tale dispositivo per garantire la pervietà delle arterie coronarie e consentire il normale flusso sanguigno in seguito a un’angioplastica rappresenta oggi una pratica comune. L’impianto di stent è una procedura minimamente invasiva durante la quale uno stent e un palloncino vengono utilizzati in combinazione per comprimere i depositi a placca presenti all’interno dell’arteria coronaria e risolvere o alleviare così un problema cardiaco. Lo stent riassorbibile (sigla BVS dall’inglese Bioabsorbable Vascular Stent), di fatto poco più che neonato considerando la sua immissione in commercio (ma dietro al quale ci sono anni di studi compiuti), è uno stent medicato in cui la matrice col farmaco non viene “appiccicata” su uno scheletro metallico, ma su uno scheletro di un polimero come il PLLA che ha la caratteristica di “sciogliersi” e di venire riassorbito nell’arco di alcuni mesi. Il principio su cui si fondano questi nuovi stent è quello di stabilizzare la malattia nei mesi di “acuzie”, consentendo alla coronaria di rimodellarsi sullo scheletro dello stent, andando poi a scomparire una volta superata la fase acuta.
Ecco una galleria di immagini della conferenza tenuta nei locali dell’Associazione da parte del Dr. Cernetti